Recensione “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman

“Come stai?” “Bene, grazie”. Quante volte avete risposto così senza pensarlo davvero? Quante altre convenzioni sociali accettate senza condividerle?

 

Valutazione: ★★★★/5
Pubblicato da: Garzanti
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 344
ISBN: 978-8811672364
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Trama “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Recensione “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman [a cura di Elisa Pinca]

Eleanor ha quasi trent’anni, svolge lo stesso lavoro da quando ne aveva vent’uno. Dal lunedì al venerdì arriva sempre alle 8:30, un’ora di pausa pranzo in cui mangia il suo sandwich, legge il Daily Telegraph e fa le parole crociate, ritorna alla scrivania e lavora fino alle 17:30.
Il venerdì termina la sua giornata con una visita da Marks and Spencer dove compra una pizza margherita, del Chianti e due bottiglia di vodka (detta con parole sue “Il lunedì ci mette un bel po’ ad arrivare).

Eleanor non ha contatti sociali al di fuori di richieste dirette dei colleghi o dei clienti, qualche venditore professionale che la contatta telefonicamente per vendere prodotti e le viste semestrali degli assistenti sociali. Ed ogni mercoledì riceve la chiamata di sua madre.

Eleanor non segue le convenzioni sociali, non ha peli sulla lingua e non segue alcun tipo di moda. Non coglie il sarcasmo né comprende tutti quegli atteggiamenti sociali che non seguono la logica.
Ciò, unito al suo carattere silenzioso ed introverso ed alle cicatrici sul viso, rendono Eleanor una figura misteriosa agli occhi degli altri.

Tre eventi però cambieranno la sua esistenza: un concerto, un problema al pc e l’assistere all’incidente di un anziano signore.
Il primo la spingerà a dedicare del tempo a sé ed al suo aspetto, ovviamente c’è in ballo un uomo. Il secondo le farà conoscere Raymond e scoprire l’amicizia. Il terzo le farà toccare con mano l’affetto di una famiglia.
Come possono queste cose così distanti dalla sua realtà entrare nella sua vita? Rimarrà fedele a ciò che è veramente? Ma chi è Eleanor veramente?
Piccolo indizio: dice di sentire la madre telefonicamente, ma non ha un telefono. Chi è veramente sua madre? E da dove vengono le cicatrici sul viso?

Nonostante l’inizio poco coinvolgente del romanzo, l’enorme contrasto tra Eleanor ed i canoni sociali a cui siamo abituati spinge a continuare la lettura e l’arrivo delle peripezie ricompensano questa tenacia.

Ho apprezzato questo libro in quanto esplicita tutto ciò che comportano le relazioni a livello emotivo. Descrive i sentimenti di Eleanor, la sua trasformazione, il suo coraggio.
Ascoltare i suoi bisogni emotivi e di cura non è stato per lei un percorso facile né indolore a causa del suo travagliatissimo passato, ma grazie ad un buon amico, il calore di una famiglia improvvisata, uniti a tanto coraggio e forza di volontà ci fa capire che nulla è impossibile.
Leggere per credere.

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