Buon pomeriggio ragazzi,
ho pochissimo tempo oggi ma voglio comunque parlarvi dell’ultimo libro terminato per non rischiare di arretrarmi.
Si tratta di “La radice quadrata di un’estate” di Harriet Reuter Hapgood, lo conoscete?
[amazon_link asins=’8817099376′ template=’ProductAd’ store=’caffeletterario-21′ marketplace=’IT’ link_id=’673b0133-c0af-11e8-b272-cde5dc000ada’]Trama La radice quadrata di un’estate di Harriet Reuter Hapgood
Il cuore di Gottie si è spezzato tre volte, e sempre d’estate. La prima quando Thomas, il suo migliore amico, se n’è andato senza dirle addio, la seconda quando l’amato nonno è morto, e la terza quando ha creduto di aver trovato il grande amore della sua vita per poi scoprire che era così solo per lei. Gottie è diventata un’isola, da tutti circondata ma irraggiungibile, chiusa nel suo mondo di ricordi e di studi scientifici, per i quali ha un talento davvero fuori dal comune. Poi all’inizio di una nuova estate Thomas inaspettatamente ritorna e si trasferisce proprio nella stanza del nonno. La compresenza fisica di quei due cuori infranti incanta misteriosamente il mondo, e spalanca un tunnel temporale: Gottie inizia a oscillare fra le tre estati dei suoi cuori infranti, quella presente, quella appena passata, in cui è morto il nonno, e quella di tanti anni prima, in cui Thomas se n’è andato.
Recensione La radice quadrata di un’estate di Harriet Reuter Hapgood
Ci sono i libri con cui si entra in sintonia subito e poi ci sono quelli con cui la scintilla proprio fatica a scoccare. Purtroppo “La radice quadrata di un’estate” fa parte della seconda categoria.
Parto dal presupposto che ho scelto di avventurarmi in questa storia perché speravo di chiudere la stagione estiva con una lettura leggera e scorrevole ma purtroppo così non è stato. Nonostante la storia di Harriet Reuter Hapgood sia molto originale e ben lontana dai classici e noiosi young adult che sembrano ormai fatti in serie, ho faticato più del previsto a leggere la prima metà del libro.
La storia ha inizio con una dettagliata descrizione della passione per la fisica e la matematica della protagonista Gottie. Ancor prima di entrare nel vivo della sua personalità o degli avvenimenti mi sono ritrovata catapultata in formule e descrizioni minuziose del funzionamento dei viaggi nel tempo.
Argomento che mi ha sempre affascinata (basta pensare che Donnie Darko è in assoluto il mio film preferito) ma che in questo libro è stato descritto in modo troppo scientifico e dettagliato.
La parte narrata e la storia custodita in “La radice quadrata di un’estate” mi è invece piaciuta, l’ho trovata particolarmente originale e anche interessante.
Il focus è lo stato d’animo della giovane protagonista che fatica a superare il lutto per la perdita del nonno e di conseguenza assorbe tutto ciò che di negativo ha intorno. È proprio questa sua negatività ad aprire un varco tra le dimensioni temporali e a permetterle di rivivere le estati più importanti della sua vita: l’estate in cui il suo unico e migliore amico è partito senza più cercarla, l’estate in cui si è innamorata per la prima volta ma che coincide anche con la perdita del nonno, ed infine, l’estate del presente in cui Gottie dovrà fare i conti anche con il passato.
Tematiche interessanti e non limitate alla solita cotta adolescenziale che si trova spesso negli young adult, peccato veramente per la scelta stilistica che personalmente mi hanno reso difficile la lettura.
Consiglio assolutamente questo libro a tutti gli adolescenti che amano le materie scientifiche e la fantascienza. Decisamente meno adatto a chi odia questo genere perché nel libro ci sono intere pagine su nozioni matematiche e riflessioni scientifiche.