Trama “Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha Shannon
La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un’erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell’ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c’è però Ead Duryan: non appartiene all’ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l’adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell’Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.
Recensione “Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha Shannon
“Il priorato dell’albero delle arance” uno dei libri più in vista di sempre. Tutti lo fotografano (e come dargli torto vista la stupenda edizione creata da Oscar Vault?!), tutti ne parlano, nel web è una vera e propria celebrità.
Viene considerato da molti uno dei migliori fantasy contemporanei, ed io sono d’accordo.
Si è però soliti pensare che il fantasy sia un genere letterario leggero e superficiale ma su questo invece non sono d’accordo. “Il priorato dell’albero delle arance” ne è la dimostrazione.
Il romanzo, di circa 800 pagine, ha una struttura narrativa per niente semplice e per quanto lo stile dell’autrice sia scorrevole e senza fronzoli superflui, rimane comunque una lettura parecchio impegnativa.
In questo libro sono infatti intrecciate ad arte una moltitudine di storie e per quanto siano tanti i personaggi (e annessi nomi da ricordare), tante le casate, tanti i regni con relativi conflitti, tante le leggende; il tutto è narrato in modo così sublime che risulta tutto chiaro al lettore.
I personaggi principali attorno a cui ruota l’avventura sono tre: Sabran, Ead e Tané. Tre donne completamente diverse tra loro, con valori e poteri differenti, con uno stile di vita e di pensiero che difficilmente trova dei punti in comune. Ed invece alla fine si ritrovano a lottare l’una al fianco dell’altra, si ritrovano a dover difendere con le unghie e le spade il loro posto nel mondo, si ritrovano a far fronte, oltre ad un enorme drago assetato di vendetta e distruzione, anche al loro difficile ruolo di Donne.
“Nessuno dovrebbe indurre una donna a temere di non essere abbastanza”
Con questa citazione tratta dal romanzo voglio sottolineare il fatto che “Il priorato dell’albero delle arance” non è un banale fantasy che in quanto tale non va preso in considerazione da chi ritiene alcuni generi letterari secondari ad altri, perché quello di Samantha Shannon è un inno, femminista, alla vita.
Tra stupendi draghi che cavalcano le onde e frutti dorati che fanno scorrere la magia nelle vene ad ogni morso, c’è una storia che parla di riscatto, di amore, di lealtà, di uomini e donne che commettono errori ma che comunque, pur cadendo mille volte, trovano la forza per rialzarsi.
Quindi, non tirandola troppo per le lunghe, consiglio di avventurarvi nella lettura di questo romanzo che si è aggiudicato prepotentemente un posto nella mia Top 5 delle migliori letture del 2019! Merita davvero di esser letto, sia dagli appassionati di fantasy, sia da chi non si è mai approcciato al genere. Non siate diffidenti, provateci!