Trama “Lord Alan e il Torneo del Dragone” di Alessandro Zanoni
La guerra tra l’Impero e la Repubblica per il controllo dell’approdo si trascina da secoli. Da un lato i lord umani e i loro keys, dall’altro le innumerevoli razze – umani, elfi, giganti, nani… – che convivono più o meno pacificamente nel vasto territorio repubblicano. Alan Riversite è un figlio dell’Impero e con le sue truppe ne difende i confini, riuscendo dopo anni a conquistare un vantaggio. Ma non è sempre stato un valoroso combattente: da bambino era viziato e pestifero e aveva perfino tentato di scappare di casa. Per fortuna, però, l’incontro con un misterioso ma capace maestro lo rimette in riga e lo prepara per l’evento più importante della sua vita, il Torneo del Dragone. Tra combattimenti a colpi di lingua e di spada e sfide di ogni genere, Alan dovrà trovare la forza per sconfiggere i suoi avversari e conquistare la ragazza dagli occhi di smeraldo.
Recensione “Lord Alan e il Torneo del Dragone” di Alessandro Zanoni
In copertina: un valoroso guerriero ed un maestoso drago. Sappiamo tutti che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina ma per me questi sono due elementi abbastanza convincenti.
Se a questo ci aggiungiamo anche una sinossi che accenna a elfi, giganti, duelli e mondi multi-razza da difendere e conquistare, non mi serve altro per convincermi a leggere il libro in questione.
“Lord Alan e il Torneo del Dragone” è il primo volume di una saga fantasy che io definirei anche d’avventura, ed è l’esordio di Alessandro Zanoni.
Confesso che, se da una parte il lato fantasy e avventuriero mi affascinava, il fatto che fosse un esordio mi spaventava un po’. Negli ultimi anni ho trovato più di una lettura piatta e noiosa tra gli esordi fantasy perché, per quanto sia un genere letterario snobbato da molti, personalmente lo ritengo uno dei generi più tosti in cui avventurarsi da scrittore. Bisogna fare i conti con la credibilità nonostante si tratti di immaginario, bisogna riuscire a costruire un world-building dal nulla, bisogna dare personalità e caratteristiche ad ogni personaggio umano e non.
Alessandro Zanoni se l’è decisamente cavata alla grande.
In questo primo volume della serie, narrato su due diverse linee temporali, facciamo la conoscenza con il protagonista: Lord Alan Riversite, un bimbetto capriccioso e disubbidiente che nessuno riesce a tenere a freno tranne un uomo conosciuto per caso durante una delle solite marachelle di Alan.
Dopo l’ennesimo litigio con il padre, il piccolo tenta infatti la fuga che però ha una durata decisamente breve. È il misterioso Bandor a trovarlo e portarlo in salvo ed è sempre lo straniero Bandor ad offrirsi volontario per fare da mentore ad Alan.
Noi lettori affianchiamo il giovane protagonista: seguiamo allenamenti, studi, ramanzine, punizioni. Vediamo il piccolo Alan crescere e tirare fuori un carattere determinato e forte, un carattere che lo aiuterà ad affrontare a testa alta le prove dell’evento più atteso da tutto l’Impero: il Torneo del Dragone. Duelli con le spade, dibattiti politici, gare con i cavalli, sfide di nuoto, ecc… i ragazzi sfidano i loro corpi e le loro menti fino allo stremo.
Tra una sfida e l’altra, stralci della linea temporale in cui Alan è già adulto, ci mostrano quanto sia diventato coraggioso e glorioso, ci anticipano come andrà a finire il Torneo, ci lasciano intuire chi sia la donna che ha sposato.
Non vi aggiungo altro della storia ma vi dico che per me Alessandro Zanoni è stata una piacevolissima scoperta.
Mi sono affezionata ad Alan, ho tenuto il fiato sospeso durante le sfide del Torneo, ho trovato lo stile scorrevole e incalzante quindi si, “Lord Alan e il Torneo del Dragone” è un ottimo inizio.
Il finale è apertissimo e alcune cose rimangono sospese quindi, se avete voglia di una storia autoconclusiva, questo libro non può fare per voi; ma se avete voglia di avventurarvi in una saga che promette davvero bene, Alessandro Zanoni saprà intrattenervi alla grande.
Vi lascio ora l’intervista all’autore che saprà convincervi, meglio di me, a leggere “Lord Alan e il Torneo del Dragone”
Intervista a Alessandro Zanoni, autore di “Lord Alan e il Torneo del Dragone”
Buona sera Alessandro, felice di averla come mio “ospite”. Le va di presentarsi e raccontarci qualcosa di lei?
Buonasera anche a Lei e contraccambio il piacere di essere suo ospite. Parlando un po’ di me posso dire che sono diplomato in ragioneria e da ben 23 anni lavoro presso una grossa azienda alimentare del mio territorio (VR). Da sempre sono un appassionato di romanzi d’avventura, video game, giochi da tavolo e giochi di ruolo. L’intera saga de L’eredità del Dragone l’ho scritta tra il 2002 ed il 2004 ma solo negli ultimi anni ho avuto il coraggio di rivederla e proporla a qualche editore.
Qual è stato il suo primo approccio con la scrittura?
Questa è divertente, ricordo che la prima volta che scrissi qualche cosa senza che mi fosse ‘imposto’ dagli insegnati è stato durante le scuole superiori, scrivevo poesie per impressionare qualche
compagna di classe (allerta spoiler: con la poesia alle superiori non si cucca!). Un paio di anni dopo invece scrivevo brevi racconti comici facendo satira su ciò che accadeva durante le ore di scuola, racconti che poi facevo leggere ad alta voce da qualche amico durante le ore buche. Mi resi conto di poter scrivere qualche cosa di più impegnativo durante il tema della maturità. Dovevo parlare della rivoluzione industriale e delle cause dell’arretratezza del meridione italiano. Mi inventai le riflessioni di un nobile che all’alba, dopo una festa, attraversava in carrozza i sobborghi di Parigi. Romanzare il tema fece colpo sulla commissione e presi il voto più alto di quell’anno.
“Lord Alan e il torneo del Dragone” è il primo volume di una saga fantasy. Come nasce questa passione per questo genere letterario?
Come accennavo prima, ho scritto questa saga tra il 2002 ed il 2004. Quindi ben 17 anni fa ed al tempo il fantasy non era ‘di moda’ come oggi. Io non avevo una vera passione per questo genere
però volevo creare un mondo, o meglio un universo tutto mio nel quale poter inserire la storia che mi ronzava in testa. Poi negli anni sono arrivati i film del Signore degli anelli, la saga di Harry Potter e quella di Twilight che hanno fatto conoscere al grande pubblico un tipo di letteratura fino ad allora considerata quasi di serie B. Io trovo che sia bello poter far sognare i lettori e trasportarli in posti magici e misteriosi, che possono apparire alieni alla vita di tutti i giorni ma se descritti in un certo modo poi diventano familiari.
Raccontare di mondi e creature immaginarie è sicuramente un grande esercizio di creatività. Da dove trae ispirazione e come è nata l’idea di questa storia?
L’ispirazione per l’intera storia non è arrivata tutta assieme, avevo ben in testa la sua partenza ed ero sicuro di come si sarebbe conclusa. E sottolineo che secondo me è fondamentale aver ben fermi questi due punti prima di iniziare a scrivere un romanzo. Poi ho aggiunto il resto strada facendo, ho incorniciato gran parte delle vicende in un ambiente che ricorda molto i miei luoghi d’origine, la bassa pianura padana. Mentre andavo avanti con la storia sapevo di essere sulla strada giusta perché i fatti che inventavo si collegavano tra loro in modo naturale ed il risultato finale mi ha dato grande soddisfazione. Poi non sono mancate le fonti di ispirazione esterne, il torneo descritto in questo libro è a metà tra la Champions Legue di calcio e le Olimpiadi. Alcune delle razze che compongono la Repubblica sono le classiche che troviamo nelle ambientazioni fantasy di libri e video game mentre altre le ho create dal nulla. Ma di questo ultimo punto ne riparleremo quando tra qualche mese uscirà il prossimo volume.
In questo primo volume i protagonisti sono soprattutto i ragazzi. C’è un messaggio che le piacerebbe lasciare nei lettori, soprattutto i più giovani? Quale?
Il complimento che ho ricevuto da più parti è che il romanzo scorre davvero bene, conosco persone che lo hanno letto in una sola notte. Questo mi fa piacere ma potrebbe essere anche un difetto
perché si rischia di leggerlo frettolosamente perdendosi alcuni importanti messaggi che ho volutamente inserito e che sono rivolti non solo ad un pubblico giovane. Ad esempio quando si parla
di quanto sia migliore l’Impero con un unico sovrano ed invece di quanto sia farraginosa e corrotta la Repubblica. Ecco io non sono a favore della monarchia, intendiamoci, quello che voglio mostrare al lettore è che se un governante è illuminato ed onesto, poco conta che sia eletto dal popolo o che erediti il potere da suo padre, sarà sempre un bene per la gente che vive sotto la sua guida. Ma tornando alla domanda, c’è un messaggio per i più giovani e che attraversa tutto il romanzo. Non si può ottenere il successo o la propria realizzazione personale senza faticare. E maggiore sarà l’impegno che ci mettiamo e maggiore sarà il premio. Poi ci sono i colpi di sfortuna, le persone disoneste, quelli che ti fanno lo sgambetto etc però senza sforzo il risultato non arriva.
Quasi tutti gli scrittori sono principalmente anche grandi lettori. Le chiedo quindi: quali sono i suoi autori preferiti?
Le confermo che anche nel mio caso la lettura ricopre una bella fetta del mio tempo libero, delle volte sacrifico qualche ora di sonno se devo finire un libro. I miei autori preferiti sono Wilbur Smith, Tom Clancy, Clive Clusser e Ken Follet. Quindi i grandi maestri dell’avventura in genere. Sono stati anche grande fonte di ispirazione e delle volte cerco di replicarne anche alcune caratteristiche narrative. Ma sono parecchi anche altri autori di altri generi con i quali mi sono misurato. Sul fronte del fantasy vero e proprio uno su tutti spicca ovviamente Tolkien del quale ho letto non solo il Signore degli anelli ma anche Lo Hobbit ed il Silmarilion e poi ho apprezzato molto la monumentale saga della Torre Nera di Stephen King. Per quanto riguarda gli autori italiani quello che più di tutti mi è rimasto impresso è sicuramente Calvino. Quindi prediligo l’avventura ma poi spazio dal fantasy al realismo italiano passando da anche da qualche noir o giallo.
Una domanda che faccio a tutti i miei “ospiti” è di consigliarci una colonna sonora (o una piccola playlist) da tenere come sottofondo durante la lettura del libro. Le va di consigliarci la musica più adatta alle avventure di Lord Alan?
Di musica non sono un grande esperto e difficilmente l’ascolto mentre leggo, però accetto la sua sfida e cercherò di dare una colonna sonora ad ogni capitolo del libro:
- cap 1 La Fuga: L’Autunno delle quattro stagioni di Vivaldi
- cap 2 L’incontro: Avventura a Durango di F. De Andrè
- cap 3 L’addestramento: Eye of the tiger dei Survivor
- cap 4 Si aprono le danze: quasiasi walzer va bene
- cap 5 Luce e Ombre: Witch Waltz di Kevin McLeod
- cap 6 Il Torno continua: Wild Desert Winds di Marc Walloch
- cap 7 Lo scontro finale: We are the champion dei Queen
Mi ha già anticipato che nei prossimi mesi uscirà il secondo volume della saga. Oltre questo, ha altre storie nel cassetto?
Come già detto il romanzo inizialmente si intitolava L’eredità del Dragone, ma risultava un tomo da oltre mille pagine ed era difficilmente collocabile nel mercato odierno, specialmente in Italia. Così lo sto ristrutturando e rivedendo nell’ottica di fare 4 libri distinti. Il titolo del prossimo non lo posso rivelare adesso per motivi editoriali però siamo in fase di editing ed uscirà tra settembre ed ottobre. Io intanto sto già lavorando al terzo ed al quarto volume congiuntamente. Altre storie nel cassetto ne avrei, quello che manca è solo il tempo. Mi piacerebbe scrivere uno psicothriller che ho in testa da un po’ e poi ho una storia di fantascienza ambientata in un futuro poco distante dal nostro attuale presente. Senza contare che il mondo di Alan &co. è molto vasto e ricco di storie presenti, passate e future, per cui staremo a vedere dove mi porta la penna, o meglio il cursore.
La ringrazio di cuore per avermi dato la possibilità di leggere la sua storia e di essere stato mio ospite!
Grazie a Lei per lo spazio concessomi.