“Ellie all’improvviso”, thriller psicologico di Lisa Jewell, si conquista di diritto un posto sul podio delle mie migliori letture dell’anno.
Trama “Ellie all’improvviso” di Lisa Jewell
Laurel Mack ricorda bene com’era la sua vita dieci anni prima, quando aveva tre figli anziché due: un accumulo di faccende da sbrigare, crucci e bollette scadute. Una vita che, con il senno di poi, le appare assolutamente perfetta. Perché una mattina, sua figlia Ellie, la figlia prediletta, quella con cui andava maggiormente d’accordo e di cui era più orgogliosa, era uscita di casa e non era più tornata. Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l’ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. Occhi grigi, capelli brizzolati e scarpe eleganti, l’uomo ordina una fetta di torta, prende posto nel tavolo accanto al suo e le rivolge un ammaliante sorriso. Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie. La stessa fronte spaziosa, le palpebre pesanti, la fossetta sulla guancia sinistra quando sorride. All’improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta che hanno tormentato Laurel per anni tornano a galla. Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c’è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero?
Recensione “Ellie all’improvviso” di Lisa Jewell
Torno finalmente nella mia comfort zone e mi rendo conto di quanto questo tipo di storia mi sia mancata. Io ho sempre amato due cose nella vita: i misteri da risolvere e la psicologia quindi quando ho tra le mani un romanzo thriller che indaga nella psiche dei protagonisti, vado letteralmente in brodo di giuggiole.
“Ellie all’improvviso” è a tutti gli effetti un thriller psicologico perché, per tenere i lettori attaccati alle pagine, non si avvale di strani intrighi o scene cruente ma ti fa tenere il fiato sospeso grazie all’empatia provata per la giovane vittima, per la madre, per il colpevole e per le persone che sono state in qualche modo coinvolte nel caso di Ellie.
La storia di base è essenzialmente molto semplice tanto che a circa metà libro si ha già il sospetto della dinamica dei fatti e del colpevole, ciò che rende questo romanzo speciale è il modo in cui l’autrice Lisa Jewell ci racconta il tutto. Il libro è suddiviso in più parti: due linee temporali (il presente e 10 anni prima) e il POV si alterna dando spazio e voce sia alle vittime che ai carnefici. In questo modo si riesce perfettamente ad entrare in sintonia con tutti e a percepire ogni sensazione: il dolore della madre, l’ossessione e il bisogno di affetto del colpevole, la rassegnazione di alcuni familiari, ma soprattutto le emozioni di Ellie.
Era una ragazzina come tante (troppo comune anche per gli agenti sulle sue tracce) che si è trovata all’improvviso dal doversi preoccupare per gli esami di maturità imminenti a dover vivere un inferno. Jeans, maglietta nera, capelli castani, uno zainetto pieno di libri e un pomeriggio qualunque. Ellie era uscita semplicemente per andare a studiare in biblioteca senza sapere che non avrebbe più fatto ritorno a casa, senza sapere che non avrebbe più riabbracciato sua madre Laurel né mangiato una fetta della torta al cioccolato fatta da sua sorella Hanna.
Per Ellie e per la sua famiglia quel pomeriggio si trasforma nel peggior incubo che si possa immaginare.
Il problema è che quando si tratta di adolescenti, quando non si hanno piste da seguire né segni particolari da riconoscere, il caso finisce sempre per essere archiviato. Sarà scappata di casa, è questa l’unica spiegazione che viene data alla madre Laurel ma ad una madre questa spiegazione non può bastare. Una madre non può rassegnarsi così facilmente, nemmeno dopo 10 anni dalla scomparsa soprattutto se, all’improvviso, nella tua vita piomba una bambina che è identica in tutto e per tutto alla tua piccola Ellie.
Così noi lettori riviviamo questa storia al fianco di Laurel e di Ellie cercando in qualche modo di cogliere ogni indizio, cercando di capire chi sia l’uomo piombato nella vita di Laurel e soprattutto perché sua figlia somigli così tanto ad Ellie, cercando in qualche modo di non lasciar scorrere troppe lacrime leggendo le ultime strazianti pagine.
Come sempre mi fermo qui, raccontare più dettagli significherebbe togliervi il gusto di vivervi questa storia. Una storia che vi farà male ma che non vi permetterà di mettere giù il libro finché ogni cosa non sarà spiegata, finché giustizia non sarà fatta, finché una parte del vuoto lasciato da Ellie non sarà in parte colmato.
Se amate i thriller, ma anche se li odiate, leggete “Ellie all’improvviso”. Vi piacerà comunque!