Nella mia vita da lettrice ho sempre snobbato le raccolte di racconti. Avevo l’impressione che fossero troppo brevi per riuscire a regalarmi delle emozioni, finivano così rapidamente da non darmi il tempo di conoscere e affezionarmi ai protagonisti. L’anno scorso mi è però capitato per le mani una raccolta di racconti che sembravano cuciti addosso a me, da allora guardo con occhi nuovi l’intero genere letterario.
Quando mi è capitato tra le mani “I grandi scrittori non mangiano” del giovane autore Donato Montesano, ero felice ed intimorita. Quando mi sono addentrata tra le pagine di questo titolo non ho più avuto dubbi. Le raccolte di racconti fanno decisamente per me e lo stile di Donato Montesano… anche!
Trama “I grandi scrittori non mangiano” di Donato Montesano
I grandi scrittori non mangiano è l’ironia che nasce dal disagio di vivere nel posto in cui si è nati, è un senso di necessità, una voglia assoluta di espressione, di esplosione. È un mondo capovolto in cui i fiumi secchi tornano ad essere navigabili e antichi paesi abbandonati tornano a brulicare di vita; un mondo in cui i sogni e le fiabe si mischiano alla più cruda realtà. Un teatro umano dove l’ossigeno ha l’effetto dell’oppio e gli eroi del passato convivono con i protagonisti attraverso colonne sonore rock e primi piani cinematografici; visioni di transumanza e lupi in agguato, amori e sguardi nascosti, vecchi treni e stazioni scalcinate. Ma questo libro è anche un nonno che tramanda le favole al nipote, è lo gnomo che ucciderà il re, è la notte che fa compagnia quando si è soli, è la pioggia nelle scarpe di chi ha voluto perdere l’ultimo tram. I grandi scrittori non mangiano è una raccolta di storie che appartengono a mondi interiori, terreni e soprannaturali, che danno forma a una strana danza, ballata nel supermercato della vita.
Recensione “I grandi scrittori non mangiano” di Donato Montesano
Nelle raccolte di racconti, secondo me, ciò che può conquistare e ammaliare il lettore è in primis lo stile dell’autore. Come dicevo prima, non trattandosi di un romanzo, entrare in sintonia con trame e protagonisti è sicuramente più difficile quindi, l’unica cosa più semplice è entrare in sintonia con l’autore.
Donato Montesano, nonostante sia la sua prima pubblicazione, è riuscito già dal primo racconto a prendermi per mano e portarmi nei suoi mille mondi cupi, onirici, stravaganti ma reali, quasi tangibili. Il primo racconto è in effetti tra quelli che mi è rimasto più nel cuore: “Voleva essere un pamphlet”, un racconto onirico e dai toni un po’ dark che ha saputo intrattenermi e sorprendermi soprattutto nel finale. Il tema principale di questo racconto, ma anche della maggior parte degli altri racconti che compongono “I grandi scrittori non mangiano”, è la morte. Non la morte vista come meta finale e triste ma più che altro viene analizzata, in modo introspettivo e originale, l’attesa di essa.
Tutti abbiamo dei sogni, dei progetti, una strada da percorrere ma durante quel cammino tutti siamo costretti a fare i conti con le salite, le buche e gli ostacoli che si pareranno davanti. Tutti dobbiamo fare i conti con ciò che il destino ha in serbo per noi oppure dobbiamo armarci di tavolozza di colori e tela e provare a disegnare quel cammino senza lasciare il tempo al destino di metterci le mani.
Come prova a fare il protagonista del racconto da cui è tratta la frase che ha dato il nome al libro: “Gli eroi son tutti giovani e belli”. Il giovane protagonista del racconto ha un sogno, vuole diventare un grande scrittore ed è disposto a tutto per realizzarlo. Per quel sogno rinuncerebbe al cibo, all’amore, alla sua stessa vita perché è in realtà solo quel sogno a tenerlo in vita. Confesso che, io che ho sempre sostenuto che non ci si può affezionare ai protagonisti dei racconti brevi, ho letto l’ultima frase del racconto “Gli eroi son tutti giovani e belli” con gli occhi lucidi e una malinconia nel cuore.
Ogni racconto suscita emozioni diverse ma non ho trovato nessun racconto superfluo o inutile. Ogni storia ed ogni personaggio hanno qualcosa da dire, sta a noi lettori capire esattamente cosa. Sono convinta infatti che sia inutile descrivervi i racconti, spifferarvi dettagli sui protagonisti o stralci delle storie nate dalla penna di Donato Montesano perché l’unico modo per apprezzarle è leggerle.
Ognuno di voi troverà la sua chiave di lettura, ognuno di voi percepirà sensazioni diverse ma tutte sicuramente piacevoli, questo ve lo garantisco!