«Maledettamente ben costruito, Scomparsa ti strega da quando se ne legge la prima pagina fino a molto dopo averlo finito. Un libro da non leggere assolutamente la sera, da soli, prima di andare a letto»
Il thriller che per ben venti settimane si è fatto rispettare nella bestseller list del New York Times, il romanzo d’esordio della giovane scrittrice canadese che si firma con lo pseudonimo Chevy Stevens: “Scomparsa” disponibile in Italia dal 23 settembre 2011 edito Fazi.
Trama “Scomparsa” di Chevy Stevens
Il giorno in cui viene rapita, Annie O’Sullivan, una giovane agente immobiliare, ha tre obiettivi da raggiungere: vendere una casa, dimenticare un recente litigio con la madre ed essere pronta in tempo per una cena romantica con il suo ragazzo. Quando arriva il suo ultimo cliente Annie s’illude per un attimo che sarà il suo giorno fortunato. Non sarà così. Sarà l’inizio di un incubo. Alternato alle sedute di psicoterapia durante le quali Annie narra il dramma della sua prigionia durata un anno, gli abusi psicologici e le violenze fisiche subiti, la dolcezza con la quale arriva a guardare il suo aguzzino, c’è il resoconto degli eventi successivi alla fuga: la lotta per riprendersi la propria identità e le indagini della polizia per scoprire chi abbia architettato il sequestro di cui è stata vittima. Ma la verità non sempre rende liberi.
Recensione “Scomparsa” di Chevy Stevens
Esordio in gran stile quello della scrittrice Chevy Stevens che con “Scomparsa” è riuscita a creare un thriller impeccabile e coinvolgente. Non ha scelto certo una strada semplice per esordire perché a parer mio il genere che ha scelto è tra i più complessi in assoluto ma Chevy Stevens ha messo tutti i pezzi del puzzle al posto giusto, ha creato una storia innovativa riuscendo a presentarla al lettore con la giusta dose di suspense.
La classica storia “psicopatico, rapimento, violenza, morte o libertà” potrebbe dire qualcuno e… si, non posso negare che c’è anche questo ma il modo in cui la scrittrice è riuscita a scavare a fondo nella mente disturbata del rapitore e nelle paure della protagonista, da a questo romanzo una marcia in più.
Voce narrante della storia è Anna O’Sullivan, giovane donna in carriera con un infanzia non esattamente delle migliori: perde il padre e la sorella maggiore a causa di un incidente stradale e “perde” anche la madre che, dopo l’incidente, sceglie di farsi tenere compagnia solo dall’alcool. La vita di Anna è estremamente semplice: lavoro, passeggiate con il cane, cene con il suo ragazzo, fino a quel maledetto Open House che doveva servire a dare una svolta positiva alla sua carriera e che invece è stato l’inizio di un incubo. Occhi azzurri, viso pulito, vestiti casual, sorriso sincero… è questa il viso di cui aver paura, il viso che all’apparenza sembra il più innocuo del mondo, dietro il quale si nasconde invece il pericolo. Quel viso e quegli occhi sono stati il tormento di Anna per più di un anno, un anno rinchiusa in uno chalet in montagna, un anno di continue violenze fisiche, un anno di completa solitudine. Un anno sufficiente a rovinare una vita.
Scopriamo ogni sfumatura della storia attraverso le confessioni di Anna alla sua psicologa e insieme a lei ripercorriamo i dettagli di una storia cruda e agghiacciante che toglie il fiato e spiazza. Se pur conosciamo il rapitore da subito, impossibile al lettore intuire il vero responsabile e il movente, Chevy Stevens tiene tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo capitolo in cui, forse un pò troppo velocemente, rivela la verità che nessuno vorrebbe mai conoscere.
Lettura assolutamente da non perdere!
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